Sul salario minimo conta il risultato

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23/07/2023

L’intervista a Repubblica di Matteo Richetti

Matteo Richetti, deputato di Azione e tra i promotori della proposta di salario minimo delle opposizioni, a cosa può portare verosimilmente questa apertura di Meloni?

“La nostra è una richiesta di incontro fatta per provare a realizzare qualcosa, quindi per capire cosa vogliono fare. Non tanto per fare l'incontro in sé insomma. Qui parliamo di quasi 5 milioni interessate dal provvedimento, con l'inflazione che per i salari più bassi si attesta al 18 per cento, è qualcosa di urgente”.


Ovviamente quindi la destra dovrebbe ritirare l'emendamento soppressivo della vostra proposta, giusto?

“Sì perché loro con quello tagliano e chiudono la discussione, il che non sarebbe proprio la premessa per un dibattito. In Commissione ho proposto che ritirassero l'emendamento e che non si votasse il mandato al relatore, così da andare in aula con il testo base frutto della sintesi delle opposizioni. Poi a settembre il centrodestra avrebbe il tempo per fare una proposta concreta”.

Qual è la tempistica adesso?

“Se le intenzioni di dialogo sono reali martedì in Commissione mi aspetto che si vada avanti con la nostra proposta, poi il 28 luglio in aula ci sarà la discussione generale”.


Non teme che l'apertura di Meloni sia una trappola per spaccarvi?

“Per me l'opposizione va unita nell'obiettivo di raggiungere qualcosa, ci interessa avere un megafono sempre acceso o provare a portare a casa dei risultati? Per ora vedo un atteggiamento positivo di Schlein e Conte, quindi fossi in Meloni inviterei tutti i leader di opposizione che hanno sottoscritto la proposta per dire: garantisco un esame parlamentare ordinato e una proposta della maggioranza”.


Altro rischio: che sia una mossa per procrastinare...

“Tecnicamente con i regolamenti parlamentari loro possono fare tutto, anche rimandare, ma anche quella sarebbe una risposta al Paese. Ma ripeto: meglio correre il rischio di andare a vedere piuttosto che protestare e basta”.


La proposta delle opposizioni è di 9 euro l'ora: nel caso siete disposti a scendere?

“In commissione Walter Rizzetto di Fratelli d'Italia ci ha spiegato che i 9 euro erano lordi e che con 40 ore settimanali sono 1.100 euro al mese, quindi poco. Non vorrei quindi che adesso da parte loro ci fosse pure la corsa al ribasso. Come vogliamo interrompe la spirale dei bassi salari se non con questo provvedimento? Anche perché non entra mica in conflitto con la contrattazione, anzi: si parte però da quella cifra oraria minima”.


Comunque nel centrodestra se ne fa quasi una questione ideologica: parlano di Urss, assistenzialismo... Sembra davvero in salita.

“Uno spettacolo deprimente: Tajani pensava di essere simpatico, ma qui c'è anche un tema di rispetto verso gli italiani, invece di dare risposte si permettono di scherzare. Quanto a Musumeci, non accetto proprio che sia lui a parlare di assistenzialismo, anche perché il salario minimo è per definizione di chi lavora. In Meloni invece colgo lo sforzo del ruolo che ricopre, fatto dialogo e rispetto per l'opposizione. Ma c'è una bella fetta del suo governo, da Delmastro a Santanché, che si dimostra ripetutamente non all'altezza del compito che ha, cioè dare risposte alla parte più fragile del Paese”.

(Intervista a cura di M. Pucciarelli disponibile qui)