Bisogna essere costruttivi e portare avanti il salario minimo

Notizie
12/08/2023

L’intervista a La Stampa di Carlo Calenda

Carlo Calenda, leader di Azione, al di là delle dichiarazioni ufficiali che pure contano, cosa è accaduto di politicamente significativo nelle due ore alla Sala Verde?

«È stato un incontro importante, molto importante. Nessuno ha sbattuto la porta in faccia agli altri. Sul salario minimo la presidente del Consiglio ha fatto rilievi solo di merito e noi abbiamo risposto nel merito. Una discussione tra persone adulte. Mi conceda la battuta: sembrava una riunione tra direttori generali dei ministeri perché c'è stata molta tecnica, molto merito e nessuna pregiudiziale ideologica».

Come finirà?

«Non è assolutamente detto che si riesca a chiudere sul salario minimo, ma siamo all'inizio di un metodo importante, che può farci fare molti passi avanti».

Ma all'uscita, le opposizioni, Schlein in testa, hanno lasciato pochissimi spiragli, qualcuno è stato sprezzante. Nella riunione, cosa vi ha detto realmente Giorgia Meloni?

«La proposta della presidente è stata questa: ok, voi andate avanti con la vostra battaglia, per parte mia voglio affrontare la questione del salario minimo, sulla quale non ho una pregiudiziale, non come questione singola, ma dentro un provvedimento più ampio di garanzie sulla questione lavoro. E ci ha annunciato che sta facendo preparare dal Cnel un testo con dati ed evidenze, da utilizzare come base di discussione».

Vi ha preso in contropiede?

«Assolutamente no. Tutti abbiamo dato risposte chiare a Meloni e io per primo ho difeso a spada tratta le ragioni per le quali a mio avviso le posizioni della presidente del Consiglio non sono fondate. In altre parole abbiamo risposto che noi andiamo avanti, faremo la nostra campagna che ci sembra giusta e doverosa, ma tutti ci siamo detti d'accordo sul fatto che il dialogo debba e possa continuare».

Perdoni Calenda, ma le dichiarazioni al termine dell'incontro sono state di tutt'altro tenore...

«Nessuno può dire come finirà questa battaglia, giusto essere molto vigili ma sia Schlein che Conte sono stati costruttivi. Per capirci: nessuno di noi ha detto: voi del governo volete affamare i lavoratori!».

Si sono sprecate battute ironiche sul Cnel...

«Credo che tutti dobbiamo avere la capacità di entrare nella testa degli altri, di colleghi che ripetendo ogni giorno "il governo è fascista", hanno più problemi di me a sedersi attorno ad un tavolo assieme alla presidente del Consiglio. Io li capisco ma so che siamo stati tutti d'accordo sull'atteggiamento tenuto durante la riunione».

Dal punto di vista del metodo, un incontro che può preludere ad un nuovo prototipo nei rapporti tra maggioranza e opposizioni?

«È stato un incontro molto positivo. Da quanto tempo le opposizioni non si trovavano con il governo a misurarsi su evidenze, dati, merito?»

In queste ore si evocano le concertazioni di Amato e di Ciampi, ma quelle erano con le parti sociali. Qui è una concertazione politica: può fare scuola? O è un modo per farsi la guerra politica con altri mezzi?

«Noi abbiamo fatto le nostre proposte che riguardavano quei tre milioni di lavoratori, naturalmente interessati a tutto l'universo del lavoro, e Meloni ha risposto che il salario va inserito in un contesto più am-pio. Risultato: tutti abbiamo discusso senza pregiudiziali. Ora l'onere della prova è nelle sue mani».

La politica è fatta di preliminari e di tattiche. Poi ad un certo punto devono arrivare i fatti: questo confronto sembra andare alle calende greche..

«Meloni ci ha annunciato che intende affrontare tutto questo capito nell'ambito della Legge di Bilancio, quindi pre-sto, non fra 8 mesi. Poi, certo, noi vigileremo».

Viviamo nella stagione dell'auto-elogio, ma le opposizioni tutte sono effettivamente riuscite ad imporre al governo un tema grave e serio, non pensa?

«Penso che Meloni ha bloccato in Parlamento l'emendamento abrogativo sul salario minimo; l'11 agosto ha invitato le opposizioni a palazzo Chigi; alla fine della riunione non ha detto "non faccio il salario minimo". Che altro ci potevamo aspettare? Questa riunione è andata meglio di quanto ci si potesse aspettare».

Sul metodo ha prevalso il metodo Calenda?

«Non lo devo dire io. Il mio impegno è fare da collante e non è una posizione facile».

Com'è Giorgia Meloni vista da vicino?

«Io fatto due incontri ufficiali con lei. Mi sembra che si presenti sempre preparata. Conosce i dossier. In questo caso è stata molto circostanziata, non ha portato argomenti vaghi o ideologici. Poi, ripeto, la politica è fatta di tante incognite ma cos'è la politica se non cercare una strada per far accadere qualcosa, senza prendersi a sportellate?»

Qualcuno ha ironizzato sull'assenza di Matteo Renzi, dipingendolo sensibile alla sirena: «Mi sono nota di più se vado o se non vado»?

«Lettura assolutamente sbagliata. Non c'era perché l'incontro era rivolto ai firmatari di uno stesso progetto di legge. Tra l'altro l'amico Magi mi ricordava che in campagna elettorale, Renzi aveva fatto la proposta di salario minimo a 10 euro! Non me lo ricordavo».

(Intervista a cura di F. Martini)