Patrioti della salamella
Quando il Ministro Francese Darmanin ha attaccato l’Italia con parole fuori misura, abbiamo difeso le ragioni del nostro paese. Siamo stati l’unica opposizione a farlo. A prescindere dal Governo in carica, non si possono accettare torti e attacchi ingiustificati al proprio paese per ragioni di opportunità politica.
Ma l’amore e il rispetto per la propria Patria si manifestano innanzitutto con comportamenti che siano all’altezza del nostro retaggio, tanto più quando si rappresentano tutti gli italiani. Non si attacca il Commissario europeo espresso dal tuo Paese per farne un capro espiatorio dei tuoi problemi di bilancio. Non si pronunciano parole al vento su oscuri complotti o “atti di guerra”. Non si dileggia, come ha fatto Salvini ieri, il Presidente Francese, mentre si condivide un palco con la sua oppositrice.
Facile pensare che amor di Patria consista nello scagliarsi contro il perfido straniero. Facile ma sbagliato. È la cosa che più danneggia l’immagine dell’Italia.
Il vero patriottismo sta nella serietà e gravitas dei comportamenti. Nella dimostrazione delle proprie capacità non nella lagna continua sulla mancanza di sostegno altrui. Gli eterni alibi, i capri espiatori, il vittimismo sono le armi retoriche dei paesi deboli e sbandati.
Purtroppo questa destra appare molto lontana dal patriottismo repubblicano della serietà e dell’autorevolezza espresso da Mario Draghi e Sergio Mattarella. Molto lontana e poco interessata a seguirne le orme. Più facile trovare scuse. È una Destra debole e lamentosa ben rappresentata dalla farsa di Pontida, dove i padani propongono “cediamo Lampedusa all’Africa”. Questi i nostri patrioti, della salamella.