Conflitti di (dis)interesse
Mentre discutiamo di cose che non esistono e non esisteranno - dall'accordo con l'Albania, fantasmagoriche riforme istituzionali - nessuno, dicasi nessuno, dice una parola sulla più grande opera di deindustrializzazione in atto in Italia da parte di Stellantis.
Anche questa settimana abbiamo assistito a vendite su immobiliare.it di stabilimenti e fermi produttivi. Ma la politica di destra e di sinistra ha parlato d'altro.
Volete sapere il perché? per capirlo basta vedere come i giornali del gruppo Gedi - La Stampa e Repubblica - hanno reagito alle nostre prese di posizione sugli Elkann. Oscuramento totale di Azione e del sottoscritto. Berlusconi scansate verrebbe da dire.
I giornali costano poco. E dunque sono un ottimo mezzo di lobby. Siano cliniche private o fabbriche con quattro spicci puoi ottenere affari o far calare il silenzio sulla fuga dall'Italia del primo gruppo industriale privato.
E i giornalisti? I Comitati di Redazione? I giornalisti oggi sanno che non avranno nessuna possibilità di trovare un altro lavoro visto lo stato di crisi del settore. E dunque rimangono "allineati e coperti".
Questa situazione sta incidendo seriamente sulla qualità della democrazia. Per questo credo sia tempo di varare un provvedimento che invece di distribuire incentivi a pioggia, sostenga, solo e più incisivamente, gli editori puri, a patto che facciano contratti decenti ai giornalisti.
Non può esistere una politica sana e un giornalismo debole e contaminato dai conflitti di interesse.