La nostra contromanovra è seria e con coperture

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27/11/2023

L’intervista di Mariastella Gelmini al Corriere della Sera

«Non la facciamo semplice, non siamo populisti. Ma abbiamo una nostra contro-manovra. Perché quella del governo è senza ambizioni, non taglia neppure le tasse che per il centrodestra dovrebbe essere il primo punto». 

Mariastella Gelmini illustra i punti della legge di Bilancio sui quali Azione darà battaglia. Senatrice Gelmini, cosa non vi convince della manovra?

«Pur rendendoci conto che la congiuntura internazionale è difficile e che i soldi sono pochi, troviamo che questa legge di Bilancio non risponda alle esigenze delle famiglie e delle imprese. Non taglia le tasse, anzi le aumenta, non incide sul taglio del debito e l'unico investimento è per il ponte sullo Stretto».

Il ministro Giorgetti ha detto che si è fatto il meglio si poteva. Voi avreste potuto fatto meglio?

«Avremmo potuto e non rinunciamo a provarci. Abbiamo presentato una contromanovra con i nostri emendamenti, individuando le coperture, con serietà. I capitoli principali sono salute, scuola e industria».

Partiamo dalla salute.

«Le risorse previste non sono sufficienti nemmeno per coprire l'aumento dei costi, dall'energia alle materie prime, che impattano anche sugli ospedali. Poi è necessario tagliare le liste d'attesa, incrementare, gradualmente, gli stipendi di medici — per i quali, come per gli insegnanti, vogliamo anche l'eliminazione del taglio delle pensioni — e infermieri, entrambi ampiamente al di sotto della media dei Paesi dell'Ocse: di circa 4 mila euro all'anno i primi, di 7 mila i secondi. Indispensabile anche investire sul reclutamento: negli ospedali italiani mancano 20.500 medici e 61 mila infermieri. Questo significa dieci milioni di prestazioni urgenti che la sanità pubblica non riesce a smaltire. Proponiamo di consentire a pazienti di utilizzare temporaneamente senza costi aggiuntivi l'intramoenia. Non garantendo il diritto alla salute si determina sfiducia tra cittadino e Stato».

Le proposte sulla scuola?

«Siamo tra i Paesi con tasso di dispersione scolastica superiore alla media e deteniamo il primato per numero di giovani tra i 15 e i 19 anni che né studiano né lavorano. Vogliamo introdurre il tempo pieno in aree di crisi complessa, come Caivano. Un orario scolastico più lungo, valorizzando spazi esterni alla scuola e collaborando con il terzo settore, consente di dare spazio ad attività integrative. Per sviluppare le competenze diverse, le cosiddette soft skills fondamentali per la prevenzione del disagio. Dal punto di vista delle risorse, poi, per metà questa misura si potrebbe finanziarla con foni europei. È necessario potenziare anche la formazione professionale. Un intervento senza aggravio, poi, sarebbe l'erogazione mensile anziché semestrale delle borse di studio universitarie: senza costringere gli studenti o le loro famiglie ad anticipare le spese, si darebbe già un sostegno nei fatti».

A proposito di famiglie, avete molto criticato la manovra sotto il profilo fiscale. Perché?

«Perché le tasse non vengono tagliate ma aumentate. Aumenta l'Iva sui prodotti per infanzia e per l'igiene femminile. Crescono le accise. C'è l'intervento sulla cedolare secca. E anche il taglio del cuneo fiscale è temporaneo».

Azione insiste sul finanziamento di Industria 4.0.

«Nel 2017 quel piano portò a un balzo degli investimenti del 10 per cento. Meloni ha annunciato che con la revisione del Pnrr ci sono 12,5 miliardi in più per le imprese. Supportiamo gli investimenti che coniugano sostenibilità e digitalizzazione».

Il Pnrr è stato definito una sorta di manovra aggiuntiva. Le scelte del governo, al riguardo, non compensano in parte le lacune che lamentate nella legge di Bilancio?

«Noi non ci siamo opposti al cambio di governance del Pnrr. C'è stata una rimodulazione. Speriamo funzioni. È la prima volta che si mette debito in comune in Europa: come Paese non possiamo fallire l'obiettivo. Ma il lavoro sul Pnrr non modifica il giudizio negativo che abbiamo della Finanziaria».

Senatrice, perché Azione non era in piazza a Roma contro la violenza sulle donne?

«Personalmente ero in piazza a Milano, con una iniziativa dei ragazzi di Azione. La piattaforma della manifestazione di Roma non era condivisibile e ha recato danno a una battaglia che dovrebbe essere trasversale. E che noi proseguiremo nelle aule parlamentari».

Con quali proposte?

«Ci appelliamo ai componenti della commissione Bilancio dove martedì inizia l'esame degli emendamenti, per una iniziativa bipartisan: concentriamo le risorse a disposizione del Parlamento sui centri antiviolenza, le case rifugio e per finanziare il microcredito di libertà. Diamo alle donne che denunciano i mezzi per essere economicamente autonome e per emanciparsi».