Sui tabulati telefonici il Governo adegui la normativa italiana a quella europea
Costa: "Chiediamo che il Governo intervenga rapidamente affinché l’Italia possa adeguarsi alla sentenza della Corte".
Nonostante la sentenza della Corte del Lussemburgo del 2 marzo, ad oggi la legge che regola l’accesso dei pm ai tabulati è sempre la stessa: i tabulati telefonici possono essere ancora ottenuti senza problemi.
"Il tabulato telefonico contiene una notevole quantità di informazioni molto sensibili: di fatto traccia la vita di ciascuno di noi, dalle nostre relazioni ai nostri spostamenti, dalle abitudini ai collegamenti informatici. E l'accesso a questi dati, incrociati e sapientemente correlati, risulta talvolta più invasivo delle intercettazioni telefoniche o ambientali perché svela la posizione nello spazio e nel tempo di una persona e la sua cerchia di relazioni sociali, con chi parla, a che ora parla, per quanto tempo parla, dove si trova quando parla, con quale frequenza lo fa, chi chiama dopo aver sentito una persona e così via.
Lo scorso 2 marzo scorso la Corte di Giustizia dell'Unione Europea aveva finalmente fatto chiarezza: per ottenere i tabulati non basta la richiesta del Pm, ma è necessario il via libera del Giudice. E la legge deve stilare l’elenco dei reati per i quali consentire la richiesta.
Chiediamo quindi che il Governo intervenga rapidamente affinché l’Italia possa adeguarsi alla sentenza della Corte, anche per non compromettere le indagini e rischiare di invalidare gli atti già acquisiti. Presenteremo un'interpellanza al Governo per chiedere quali iniziative intenda porre in essere, e, considerate le urgenze evidenziate in premessa, in quali tempi, al fine di adeguare la normativa italiana a quella europea".
Enrico Costa, responsabile Giustizia, intervistato oggi su La Repubblica.