Il dovere dell’opposizione

Ascolta e fammi sapere cosa ne pensi del mio intervento al forum Ambrosetti

Ieri ho partecipato al Forum Ambrosetti di Cernobbio nel dibattito dedicato alle opposizioni. Un momento utile di confronto con Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ma anche un’occasione per ribadire, ancora una volta, che Azione non è e non sarà nel cosiddetto ‘campo largo’.

Il nostro modo non ideologico di fare politica in Parlamento e sul territorio, non ha a che fare con alchimie e liturgie, sigle o formulette. Per noi sono fondamentali i contenuti e l’agenda di governo. E su questi aspetti tra Azione e il campo largo ci sono differenze non trascurabili per quello che riguarda le politiche di bilancio, il collocamento internazionale dell’Italia e la politica estera, la politica industriale e quella energetica-ambientale.

Noi siamo all’opposizione e abbiamo il dovere di confrontarci con gli altri partiti che non fanno parte della maggioranza della Meloni. Questo però non vuol dire arruolarsi in alleanze che non hanno alcun futuro politico. Se, come diceva Einaudi, l’obiettivo dell’opposizione è quello di vedere approvato almeno un emendamento, noi continueremo con questo lavoro senza rinunciare alle nostre idee e alla nostra peculiarità, avendo un unico obiettivo: il bene del Paese.

L’Italia, infatti, è un Paese in declino che continua a giocare con il fuoco, lasciandosi distrarre dal gossip del giorno. E intanto il debito pubblico cresce di minuto in minuto, la sanità versa in condizioni drammatiche, la politica economica del governo è incerta, i diritti sociali sono trascurati. Un partito serio che vuole fare un’opposizione altrettanto seria ha il dovere di avanzare proposte concrete e fattibili spiegandone obiettivi e sostenibilità. Senza per questi legarsi ad alleanze contraddittorie, senza futuri e che rappresenterebbero una presa in giro dei cittadini.

In tutto questo, qualche giorno fa Mario Draghi ha detto che o l’Europa cambia rapidamente oppure è finita. E Mario Draghi non è una persona che usa termini a sproposito.

Tra l’altro qualche ora fa è uscito un rapporto presentato questa mattina a Bruxelles proprio da Draghi su “Il futuro della competitività europea”. Il rapporto contiene dieci politiche industriali (difesa compresa) settoriali e cinque politiche orizzontali, costi e coperture. Il contenuto è dirompente per accuratezza dell’analisi, magnitudo (800 mld) e impatto geopolitico.

È un piano per un’Europa più forte e più politica. L’alternativa è la rapida fine dell’UE. Condividiamo questo punto di vista e porteremo in Parlamento la discussione sui suoi contenuti.

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