Un grande onore

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23/02/2022

Sono stato eletto Segretario di Azione al primo Congresso. Per noi il campo è chiaro.

Sabato e domenica si è tenuto a Roma il primo Congresso di Azione. È stato un momento importante e non scontato. Oltre 1.500 partecipanti, leader di altri partiti e soprattutto tanta qualità e profondità in ognuna delle decine di interventi dal palco.
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Una grande prova di forza, dopo 105 congressi provinciali e regionali, in un momento in cui non sono molti i partiti che celebrano congressi veri. Ascoltate gli interventi e ditemi in quale altro partito è possibile trovare una qualità così alta della classe dirigente.
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Voglio ringraziare ognuno di voi. Chi ha lavorato perché questo potesse accadere, a Roma e in tutta Italia. Chi ha creduto nel nostro progetto negli ultimi due anni e mezzo. Ci avevano detto che non ce l'avremmo fatta e che l'idea di fondare un nuovo partito era assurda. Oggi più che mai li abbiamo smentiti.
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Azione ha rappresentanti eletti democraticamente a livello provinciale, regionale e nazionale. Voglio augurare buon lavoro a ognuno di loro, perchè abbiamo tanto da fare da qui alle elezioni politiche.
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Il Congresso ha eletto Matteo Richetti Presidente di Azione, mentre io ho avuto l'onore di essere scelto come vostro Segretario: tuttavia se un giorno mi vedrete anteporre il mio interesse personale a quello del partito, rimuovetemi.
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Nei prossimi giorni vi presenteremo i nuovi organi del partito: la Direzione e la Segreteria, composte da persone di grande qualità. Il movimento che stiamo costruendo ha una classe dirigente e un'identità culturale forte e riconoscibile.
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Al nostro Congresso abbiamo ospitato segretari ed esponenti di altri partiti, da Enrico Letta a Giancarlo Giorgetti, da Roberto Speranza ad Antonio Tajani fino ad Emma Bonino. Li ringrazio di aver partecipato e di aver dialogato con noi. Ho comunque ribadito quello che abbiamo sempre detto: non ci riteniamo autosufficienti e sappiamo di dover collaborare con altre forze politiche, ma non con tutte. 
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Per noi sovranisti e populisti non sono interlocutori perchè non hanno cultura di governo. Sono pronti a tutto pur di prendere voti, ma non hanno idea di cosa fare quando si tratta di amministrare il Paese. E questo per noi è un limite insuperabile e vale anche per chi sceglie di essere loro alleato. 
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In molti ci hanno chiesto se facessimo parte del "campo largo" o del "nuovo centro". Come già detto ci presenteremo da soli alle prossime elezioni, uniti nella federazione a cui abbiamo dato vita con Più Europa, con cui collaboravamo già in Parlamento. 
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Lavoreremo senza risparmiare energie, spiegando le nostre proposte in modo pragmatico, serio e non ideologico. Come abbiamo fatto a Roma.
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Ma non voglio sfuggire alla domanda sul "campo" politico in cui ci muoviamo, perché per noi la risposta è chiara. È il campo della cultura di Governo
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Perché riteniamo assurdo che i partiti più responsabili, che stanno lavorando insieme in questi mesi, ricomincino a dividersi in vista delle elezioni, rimanendo alleati di sovranisti e populisti.
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Non possiamo continuare a chiedere a Mario Draghi di salvare l'Italia, c'è un momento in cui dovremo iniziare a votare persone che incarnano quel modo sobrio e competente di pensare e governare
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In Parlamento, nei Ministeri, devono andare persone che sanno gestire e amministrare. Perché il nostro è un Paese che sprofonda sotto il peso dei grandi discorsi che non vengono tradotti in decisioni concrete. 
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Per questo stiamo facendo un grande lavoro in tutta Italia con gli amministratori locali. In Azione ce ne sono già più di 1.000 tra cui più di 30 sindaci. Ed è solo l'inizio, perché dalle prossime settimane torneremo a fare politica come la intendiamo noi. Girando l'Italia, piazza per piazza, per spiegare ai cittadini le nostre idee.
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Perché la sfida vera non è prendere decisioni impopolari, ma far diventare popolari le scelte giuste. Questa è la democrazia, e non c'è una scorciatoia.
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Grazie.
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