M5S, la dissoluzione del nulla
Giriamo pagina, serve una politica fondata sul pragmatismo che si occupi dei problemi del Paese.
Ieri l'altro, per chi non è mai sceso a patti con il Movimento Cinque Stelle, per chi non ha mai fatto con loro un governo politico, rinunciando anche a cariche e ruoli, e ha sempre messo in guardia il Paese sulla loro inconsistenza, è stata una bella giornata. La dissoluzione del nulla. Ora giriamo pagina.
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Era novembre 2019, i 5S erano al governo e quel governo ha fatto disastri che non si cancellano.
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Io la pensavo e la penso tutt'ora così: "C'è solo un modo per gestire i Cinque Stelle: cancellarli".
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Adesso è il momento di andare avanti, di fare politica in modo serio. Le amministrative lo hanno confermato, l'Italia ha bisogno di questo.
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C'è una parte del Paese che non si riconosce nelle grandi coalizioni. Elettori che chiedono una risposta riformista e pragmatica per governare, e non per impedire la vittoria dell'avversario.
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Non c'è più spazio per populisti e sovranisti, ma la strada per rinnovare la politica non è il centrismo che punta a fare l'ago della bilancia e neppure un fritto misto di avventure politiche individuali incoerenti. Altrimenti tutto cambia per non cambiare.
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Serve una politica fondata sul pragmatismo, che si occupi concretamente dei problemi del nostro Paese. Proposte serie, non promesse elettorali. Stiamo lavorando per questo.
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