La nostra posizione sul numero chiuso a medicina
5 motivi per cui la Ministra Bernini mente quando afferma che il governo ha abolito il numero chiuso a Medicina:
1. Il numero rimane chiuso: quello che la riforma vuole modificare è il test d’ingresso, sostituendolo con una valutazione nazionale dopo il primo semestre.
2. Troppe discrezionalità in graduatoria: al termine del primo semestre verranno conteggiati i voti ottenuti nei primi esami, quindi la posizione in graduatoria sarebbe fortemente influenzata dalla scelta dell’università e dai suoi professori.
3. Non risolve il problema: l’attuale mancanza di medici in Italia (ne mancano circa 20.000) è dovuto soprattutto alla difficoltà di accesso alla specializzazione (prima complessivo, oggi legato soprattutto ad alcune specializzazioni) e alle pessime condizioni lavorative dei giovani medici che spingono circa il 30% degli specializzati all’estero o nella sanità privata.
4. +5.000 posti potenzialmente disoccupati: il numero, che rimane chiuso, passerà da 20.000 posti attuali a circa 25.000, peccato che secondo le stime il gap complessivo di medici sarà colmato entro 6 anni, per cui tra 10 anni, alla fine della formazione dei nuovi studenti, avremo un imbuto lavorativo con molti più medici dei posti disponibili negli ospedali.
5. La riforma sottoporrà le facoltà di medicina ad un carico che ad oggi non possono sopportare: non ci sono né abbastanza aule per accogliere gli studenti, né abbastanza professori per svolgere tutti gli esami (soprattutto del primo semestre) in tempi congrui, senza contare il forte decadimento della qualità dell’insegnamento.