La crisi Covid è un punto di svolta della crisi delle democrazie liberali
Calenda: "Il rifiuto dei vaccini ha due aspetti pericolosi: il rifiuto della modernità e la sfiducia verso le classi dirigenti. Problemi che nascono da errori commessi negli ultimi 30 anni".
"Non sanzionare chi non si vaccina equivale a sanzionare chi si è vaccinato. Una sanzione che va dai maggiori costi per il Servizio Sanitario Nazionale e il rischio di nuove chiusure, fino alla nascita di nuove varianti favorite dalla maggiore circolazione del virus.
Esiste un modo di porre le questioni che è molto vicino al populismo politico. Ovvero dire di no a tutto pretendendo di essere protetti da conseguenze per effetto di un ogni presente/potente Stato. No doveri, no conseguenze, solo diritti. Non funziona così.
Il rifiuto dei vaccini ha due aspetti pericolosi: il rifiuto della modernità e la sfiducia verso le classi dirigenti (scientifiche in questo caso). Sono i due problemi che stanno mettendo in crisi l’Occidente. Problemi che nascono anche da errori commessi negli ultimi 30 anni.
Molte persone ritengono che il mondo di domani sarà molto peggio di quello di ieri e che la "fregatura" è stata data una élite tecnocratica. La mancanza di fiducia e l’insufficiente investimento in istruzione rendono il mondo incomprensibile e l’idea di classe dirigente aliena.
Nasce così la cultura dell’uno vale uno. La crisi Covid è un punto di svolta della crisi delle democrazie liberali. L’esito dipenderà dalla capacità della classe dirigente (sindacale, politica, media, scientifica etc) di comportarsi in modo serio e responsabile.
Comportarsi in modo serio significa non deresponsabilizzarsi. Se chiedi una cosa impossibile per compiacere i tuoi elettori/iscritti o presenti tesi assurde per attrarre spettatori, non sei classe dirigente ma élite (mantieni la tua quota di potere a spese del bene comune)".
Carlo Calenda