Mozione per il sostegno all’Ucraina e il potenziamento della Difesa

Premessa
Crisi del modello di sicurezza europeo
L’Europa continua a dipendere storicamente dagli Stati Uniti e dalla NATO per la propria sicurezza. Questa dipendenza, da tempo oggetto di dibattito, ha rivelato tutta la sua fragilità con l’invasione russa dell’Ucraina. Nonostante l’Unione Europea nel complesso spenda più della Russia in ambito militare, manca una forza armata comune, integrata e autonoma, capace di rappresentare un deterrente credibile e di intervenire con rapidità di fronte a minacce esterne.
Questa mancanza strutturale ha portato l’Europa a essere marginalizzata a livello geopolitico, come dimostra la sua esclusione dai tavoli diplomatici tra Stati Uniti e Russia. Il rischio è che il continente subisca le conseguenze di scelte politiche e militari prese da altri attori, senza poter esercitare un’effettiva sovranità strategica.
L’assenza di una politica di difesa comune si riflette anche nella risposta europea al conflitto in Ucraina. Nonostante il sostegno economico e militare fornito dai Paesi UE sia stato significativo, le divisioni interne tra gli Stati membri ne hanno compromesso l’efficacia e la coerenza.
Un esempio evidente è il ridimensionamento del Piano Kallas, che da una previsione iniziale di 40 miliardi è stato ridotto a soli 5 miliardi a marzo 2025, proprio a causa della mancanza di accordo tra i Paesi. Questo episodio mostra l’incapacità dell’UE di agire come attore unitario nei momenti critici.
Spese militari dell'Italia
Nel 2024, il budget italiano per la difesa è stato pari a 29,18 miliardi di euro, equivalente all’1,37% del PIL. Per raggiungere l’obiettivo NATO del 2%, sarebbero stati necessari 13,4 miliardi aggiuntivi. Il Ministro della Difesa ha definito il 2% non come un tetto, ma come un “requisito minimo”.
A livello internazionale, nel 2024 23 Paesi su 31 della NATO avevano raggiunto questo obiettivo, mentre l’Italia risultava tra gli otto ancora sotto la soglia. Al Vertice NATO di giugno 2025, è attesa una nuova proposta di incremento delle spese militari, potenzialmente fino al 3% del PIL, sulla scia delle pressioni statunitensi che chiedono addirittura il 5%.
La nostra proposta
✔ Collaborare con Paesi "volenterosi"
per assicurare la fornitura tempestiva di munizioni di artiglieria di grosso calibro e missili alle forze di difesa ucraine.
✔ Raggiungere il 2% del PIL per la difesa entro il 2025
e adoperarsi per la rapida attivazione dello strumento SAFE (Security Action for Europe) per l’incremento della spesa per la difesa. Lo strumento SAFE prevede prestiti garantiti dall’UE per 150 miliardi di euro per aiutare gli Stati membri a potenziare le loro capacità di difesa attraverso appalti comuni, mirando a migliorare l’interoperabilità, ridurre i costi e rafforzare la base industriale della difesa europea.
✔ Continuare a sostenere l'Ucraina
garantendo stanziamenti almeno in linea con quelli forniti finora dall’Italia, e comunque non inferiori allo 0,15% del PIL.
✔ Ricorrere alla clausola di salvaguardia europea
per innalzare le spese per la difesa al 2% del PIL qualora lo strumento SAFE non dovesse essere attivato.
✔ Costruire un sistema di difesa europeo
promuovendo l’integrazione politica, industriale e militare tra gli Stati membri e favorendo il ripristino di un rapporto più stretto con il Regno Unito.
Si stima che un aumento generalizzato della spesa per la difesa da parte di tutti gli Stati membri dell’UE, fino a raggiungere un massimo dell’1,5% del PIL entro quattro anni, potrebbe portare a un maggior debito nazionale stimato in 650 miliardi di euro in deroga dalle regole del patto di stabilità e crescita