Anche sulla cybersecurity gli investimenti sono insufficienti
Pastorella: "Serve più attenzione sulla sicurezza delle aziende del settore".
“L’Italia fa troppo poco per la tutela delle proprie aziende che operano nell’ambito della cybersecurity e applica con ritardi e lacune la direttiva europea NIS sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi delle infrastrutture critiche nazionali”.
“Vorrei sottolineare che l'ultimo rapporto dell'ENISA, l'agenzia per la cybersecurity europea, mostra che gli investimenti pianificati in questo settore sono fermi da quasi 5 anni e l'Unione Europea spende il 41% in meno rispetto agli Stati Uniti. le aziende del settore hanno denunciato ‘La mancanza di chiarezza nelle aspettative delle authority competenti’ (37% delle organizzazioni italiane contro una media del 30%) e ‘Supporto limitato dalle authority nazionali’ (28% delle organizzazioni italiane contro una media del 22,7%). Dall'analisi emerge che i danni subiti dalle organizzazioni in conseguenza di cyber attacchi sono nel 43% con un impatto finanziario superiore a 500 mila euro e per il 25% sopra al milione.
“In Italia si discute molto sulla protezione dei confini da fantomatiche ondate migratorie, mentre, secondo i rapporti europei, si trascurano i confini cibernetici del nostro paese. Per questa ragione Azione ritiene fondamentale un miglioramento dell’impianto legislativo e del modello di governance come richiesto dagli stessi operatori”.
Giulia Pastorella, responsabile Innovazione.