Il nostro è un Paese a rischio anarchia.
Il nostro è un Paese a rischio anarchia. Ovvero non si riesce mai a far accadere qualcosa o a far rispettare una regola.
Il nostro è un Paese a rischio anarchia. Ovvero non si riesce mai a far accadere qualcosa o a far rispettare una regola.
La nostra proposta è chiara: chi lavora in Italia deve potersi regolarizzare (che non è la #cittadinanza, ma uscire dalla clandestinità) per potersi costruire condizioni dignitose di vita.
Per quanto riguarda la cittadinanza bisogna finirla con lo scontro tra parti: chi studia in Italia per 10 anni deve poter diventare cittadino, perché parla italiano, conosce il nostro Paese e cresce insieme ai nostri figli.
«La Guida Suprema, Ali Khamenei, ora si troverebbe in zona sicura, giusto? A precisarlo son state le stesse autorità iraniane…», sospira il generale Vincenzo Camporini, 78 anni, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare e della Difesa, tra i massimi esperti di strategia e forze armate. Che vuole dire, generale? «Che gli iraniani non si sentono affatto sicuri, …
L’intervista di Vincenzo Camporini al Corriere della Sera. Leggi altro »
In finanziaria il Governo per confermare il taglio delle aliquote irpef andrà ad aumentare le accise sui carburanti. Con una mano si toglie e con una si mette. Sapevamo che le misure intraprese l’anno scorso non potevano essere strutturali e i fatti ora lo dimostrano.
Noi continuiamo a credere che le priorità comunque siano altre: scuola e istruzione, così da aiutare veramente tutte le famiglie, sia quelle giovani che quelle più anziane.
La risposta del Ministro Salvini alla nostra interrogazione è quella di un burocrate che non ha mai visto, neanche in foto, il quartiere del Lagaccio di #Genova.
Oggi lí esiste una cremagliera che poteva essere rimodernata e invece la nuova funivia sorvolerà tetti, case, palazzi: ha dei tralicci che vengono costruiti in spazi angusti in mezzo al quartiere. La domanda che facevamo era proprio rispetto alla valutazione di alternative, ma evidentemente chiedevamo troppo.
Oggi meno del 40% degli italiani dice che andrà a votare ai #referendum. Questo dato include elettori di centrodestra che alla fine saranno convinti a non andare alle urne dalla campagna che proprio il centrodestra farà.
Noi non abbiamo firmato il referendum perché c’è un alto rischio che una sconfitta di larga misura dei quesiti referendari renda immodificabili le leggi sulla cittadinanza e sull’autonomia che invece noi avversiamo e vogliamo cambiare.