Blocco Canale di Suez, perchè è un problema di tutti
Raffaelli: "Dal Canale di Suez passa il 12% del commercio globale via mare. L'incagliamento della 'Ever Given' ha prodotto effetti negativi che si ripercuoteranno sul mercato mondiale".
"Il Canale di Suez rappresenta da sempre un'arteria di valore strategico. Nel 1956 segnò il declassamento del ruolo internazionale di Gran Bretagna e Francia, che lo avevano occupato militarmente dopo la nazionalizzazione da parte di Nasser, ma furono obbligate a sloggiare rapidamente per l'azione congiunta di Usa e Urss.
Nei decenni successivi, invece, diviene struttura da salvaguardare dalle tensioni e dalle guerre fra paesi arabi e Israele. Oggi, infine, è punto terminale dell'area strategica del Mar Rosso, per il controllo della quale competono molti Paesi, come dimostra emblematicamente la presenza contemporanea nel porto Gibuti - caso unico al mondo - delle basi militari di Usa e Cina, oltreché di Francia, Giappone, Arabia Saudita e Italia.
Dal Mar Rosso, e dal Canale di Suez, passa del resto il 12% del commercio globale via mare e il 40% di quello tra Europa e Asia. Ciò spiega la posizione crescente della Cina nell'area con investimenti attraverso la 'Road and Belt Initiative', la cooperazione con i Paesi africani del Corno, l'inusuale presenza militare. Il banale blocco dovuto all'incagliamento della nave container 'Ever Given' ha immediatamente prodotto effetti negativi che si ripercuoteranno sul mercato mondiale per alcuni mesi. A ricordarci che, nel mondo di oggi, anche piccoli incidenti, se accadono in punti nevralgici, comportano effetti immediati e globali".
Mario Raffaelli, Responsabile Politica Estera