Casse di previdenza private, delusione per l’atteggiamento del Governo
L'interrogazione di Nunzio Angiola sulle Casse di previdenza private.
Nei giorni scorsi il presidente dell'Associazione degli Enti previdenziali privati (Adepp), Alberto Oliveti, aveva incontrato il Ministro Franco e, in quell'occasione, era emersa l'idea di alleggerire la tassazione dei rendimenti delle Casse di previdenza dei liberi professionisti, portandola dal 26% al 20%. Per questo motivo abbiamo ritenuto di compulsare il Governo, presentando un'apposita interrogazione.
L'interrogazione parte dalla constatazione che le casse di previdenza private subiscono un trattamento fiscale differenziato e più penalizzante rispetto alle forme di previdenza complementare, da diversi punti di vista e che ciò penalizza i professionisti con redditi più bassi e soprattutto i giovani che si avvicinano al mondo delle professioni e che non hanno la possibilità di integrare i loro accantonamenti previdenziali a causa dei ridotti mezzi su cui possono fare affidamento.
L'interrogazione pone l'accento sul diverso calcolo della base imponibile delle prestazioni pensionistiche che nel caso delle Casse viene calcolata al lordo dei rendimenti conseguiti, con conseguente doppia tassazione sostanziale dei rendimenti, una prima volta in fase di maturazione e una seconda nella fase di erogazione della prestazione.
Inoltre, i rendimenti finanziari conseguiti dalle casse previdenziali sono assoggettati a tassazione mediante l'applicazione di ritenute a titolo d'imposta e imposte sostitutive, con aliquota pari al 26%. Nel caso, invece, delle forme di previdenza complementare, si applica un'imposta sostitutiva del 20% sul "risultato netto" maturato in ciascun periodo di imposta.
Sussistono, infine, differenze nella deducibilità dei contributi versati dai lavoratori, ma anche aliquote agevolate per la tassazione ai fini IRPEF delle prestazioni erogate dalla previdenza complementare.
Il Governo, nel rispondere all'interrogazione, ha ritenuto di giustificare il trattamento fiscale differenziato, in considerazione del fatto che il sistema complementare è un sistema integrativo rispetto al sistema previdenziale obbligatorio (primo pilastro), senza considerare che centinaia di migliaia di professionisti, soprattutto quelli più giovani, non hanno la minima possibilità di accedere alle forme di previdenza complementare e che per loro le Casse sono il primo e l'unico pilastro su cui costruire la futura pensione.
Proseguiremo la nostra battaglia a fianco degli 1,6 milioni di professionisti iscritti alle Casse private.
Nunzio Angiola