Ci batteremo, anche in Parlamento
Il decreto Cura Italia va corretto, il Governo accolga gli emendamenti di Azione. La newsletter di Matteo Richetti.
Azione sta facendo la sua parte in modo costruttivo. Abbiamo inviato al Governo prima un piano per affrontare l’emergenza economica e sanitaria, poi una serie di proposte per migliorare il decreto Cura Italia, che da ieri sono emendamenti a mia firma depositati in Senato, dove inizia questa settimana l'esame del provvedimento.
Poche proposte mirate, correttivi urgenti per evitare la crisi del sistema produttivo ed eliminare insopportabili disparità di trattamento, prima di tutto quella tra lavoratori dipendenti da una parte e autonomi e partite IVA dall'altra, che i nostri Gruppi sul territorio hanno raccontato nel video #LavoratoricomegliAltri.
Proponiamo poi di:
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portare il sostegno per Partite IVA e lavoratori autonomi – oggi un una tantum di soli 600 euro – al livello della cassa integrazione per i dipendenti;
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aumentare di 10 volte l'ammontare massimo deducibile per la sanificazione degli ambienti di lavoro;
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estendere la moratoria dei finanziamenti bancari e l’accesso al fondo di garanzia per le PMI a tutte le aziende con meno di 500 dipendenti, perché limitare queste previsioni alle sole piccole e medie imprese non è sufficiente per tutelare il tessuto imprenditoriale del Paese;
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aumentare da 500 milioni a 2 miliardi la dotazione del fondo, previsto nel decreto, a copertura delle garanzie rilasciate dallo Stato in favore di Cassa Depositi e Prestiti perché questa fornisca liquidità alle imprese;
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estendere fino a gennaio 2021 la sospensione di tasse e adempimenti (ritenute, versamenti IVA, contributi, etc). L'attuale sospensione fino a maggio 2020 è insufficiente ed esclude inoltre le medie imprese, che vanno incluse.
Per finanziare le misure più costose, riteniamo giusto sospendere quota 100 fino al 1 gennaio 2021. Una soluzione di pochissimo impatto che può dare un contributo fondamentale.
Il Ministro Gualtieri ha chiesto all'opposizione di pensare ai contenuti. Sono settimane che hanno tra le mani le proposte di Azione, salvo poi adottarne - in ritardo - alcune. Speriamo che ci sia maggiore tempestività e collaborazione nei prossimi giorni in Parlamento, per il bene di tutti.
Il Governo non pensi di poter fare tutto da solo, rinunciando al contributo di chi, come Azione, continuerà a fare la propria parte con serietà ed essendo costruttivi per fronteggiare la più grave crisi che la nostra generazione abbia mai vissuto.