Il Governo non vuole dire come ha speso i soldi degli italiani per la sanità
Costa: "Nella gestione della crisi è imbarazzante il rimpallo tra Governo e regioni".
Le parole di Enrico Costa dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio alla Camera dei deputati:
"Il Governo ha stanziato complessivamente 9,5 miliardi sulla sanità nel contesto dell’emergenza Covid-19 così ripartiti: 3,2 miliardi nel decreto Cura Italia, 4,1 miliardi nel dl rilancio, 2,2 miliardi in altri decreti. Una somma enorme, ma in quale percentuale è stata spesa?" Lo dichiara Enrico Costa, deputato di Azione. Il nostro Paese molto spesso si distingue per non essere capace a spendere le risorse che ha a disposizione, per lungaggini burocratiche o per inefficienze varie".
"Alla luce delle grandi difficoltà in cui versano gli ospedali e il mancato raggiungimento degli obiettivi sul numero di letti in terapia intensiva, abbiamo chiesto - con una risoluzione - al Governo ed al Ministro Speranza di farci sapere cosa è stato fatto con queste risorse e quanto è stato erogato. Ebbene, il Governo ha detto no! Non ci dirà nulla. Non renderà conto di quanto è stato speso è come".
"Caro ministro Speranza, non sono soldi suoi, sono soldi degli italiani. Chi volete coprire? Quali inefficienze ed inerzie state tutelando? Voi siete tenuti - prosegue Costa - a rendere conto e non smetteremo di incalzarla e di chiedere ad ogni piè sospinto di essere trasparente. Ogni ritardo, in questa fase difficile, è un colpo pesantissimo al sistema dell’emergenza e questo Governo neanche ha contezza di quanto è stato speso".
Sulla gestione della crisi: "Non ci voleva un genio per prevedere che la misura su ristoranti palestre e piscine sarebbe stata inutile e avrebbe fatto perdere tempo. Lo sapevano anche Conte e Speranza, che però pensavano di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte. Ora si trovano a dover intervenire nuovamente e, ancora una volta senza coraggio, dimostrano di non sapere in che direzione andare".
"Incredibile poi l'inversione di posizioni tra Governo e Regioni: alcune settimane fa erano le Regioni che chiedevano più autonomia per emanare interventi 'appropriati' per i loro territori, mentre il Governo centralizzava. Ora che il Governo vuole decentrare le scelte, sono le Regioni a chiedere regole generali e nazionali. Un indecente rimpallo, perché nessuno vuole rischiare, un giorno, di essere chiamato a rispondere di eventuali omissioni".