La proposta sul salario minimo è prudente e giusta
L’intervista di Carlo Calenda al Corriere della Sera
Senatore Carlo Calenda, perché dice che serve il salario minimo?
«C’è un problema di lavoro povero. Coinvolge circa 4 milioni di italiani che pur avendo un’occupazione a tempo pieno non arrivano a 1.200 euro netti al mese. Quelli sui quali più si è abbattuta l’inflazione nell’ultimo anno. Il salario minimo evita che il lavoro diventi sfruttamento. I 9 euro lordi all’ora sono calcolati precisamente sul 50% del salario medio adeguato al 17% dell’inflazione del 2022 sui redditi bassi. Parametri compatibili con la direttiva europea, non un numero a caso».
Non è una misura di sinistra, da Urss, come ha detto Tajani?
«È tanto una cosa da Urss che ce l’hanno tutti i paesi dell’Ocse, dagli Stati Uniti a Francia e Germania. Tajani ha detto una stupidaggine. Il rischio è che per lui valga la massima: non ti capiti mai la iattura di ricevere un incarico superiore a quello che sei in grado di portare avanti».
Tornando alla vostra proposta, non determina un problema di coperture per le casse dello Stato?
«La nostra proposta è prudente. Prevede un tempo lungo per l’adeguamento dei contratti nazionali. E per allora, in sede di legge di bilancio, si potrà modulare il fondo per aiutare le imprese che avranno un aggravio sul costo del lavoro».
Aveva chiesto a Meloni di discuterne. Le ha mai risposto?
«Non ancora ufficialmente. Esiste un problema che interroga il mondo occidentale e noi avanziamo una proposta seria. La reazione non può essere la boccio e non discuto. E senza avere una proposta alternativa. Spero e credo che vorrà aprire un dialogo».
Quasi tutte le opposizioni sono insieme sulla proposta: è l’embrione di un’alleanza?
«No. La pensiamo diversamente su troppe cose. Noi non siamo ideologici. Votiamo la delega fiscale del governo perché è quella di Draghi, che avevamo condiviso, e l’abolizione dell’abuso di ufficio che era nel nostro programma. Ma non significa che entriamo in maggioranza. Il Paese muore di conflitti ideologici e noi vogliamo chiudere questa stagione».
E il fatto che Renzi non sia a favore neppure significa niente?
«Il salario minimo era nel nostro programma elettorale. Quindi la posizione di Renzi ci sorprende. Come la difesa di Daniela Santanchè. Ma oggi siamo due partiti separati, per sua volontà: bisogna chiedere a lui».
(Intervista a cura di A. Logroscino disponibile qui)