Meloni marginalizzi i filoputiniani al governo

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20/02/2024

L’intervista di Carlo Calenda al Foglio

“Matteo Salvini ci deve mostrare la disdetta dell'accordo con Russia Unita. Se non ce la mostra presenteremo nei suoi confronti, in Parlamento, una mozione di sfiducia. E' gravissimo per la sicurezza nazionale che un ministro che maneggia informazioni sensibili, riservate, possa essere formalmente ancora legato a Putin”. 

Il leader di Azione Carlo Calenda usa parole nette nei confronti del vicepremier. E in questo colloquio col Foglio spiega perché ha deciso, con il suo gruppo parlamentare, di andare fino in fondo a questa vicenda. Di indagare come e perché la Lega sul patto sottoscritto nel 2017, e rinnovato tacitamente nel 2022, non abbia alcunché da dire: “Se non dovessimo avere delle risposte scriverò direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e cioè il garante della nostra sicurezza nazionale. Ci stiamo avviando verso un appuntamento troppo importante: le elezioni europee. Il rischio infiltrazioni da parte delle potenze straniere è elevatissimo e non possiamo esporci in questo modo”.

Secondo Calenda, “nella Lega a proposito dell'accordo con Russia Unita dicono cose diverse, contraddittorie. Ecco: stiamo dando loro l'occasione di spiegare di non essere degli scherani di Putin. Perché il silenzio non è più accettabile”. 

Per questo una comunicazione da parte di Salvini, negli auspici del senatore, dovrebbe arrivare nei tempi più rapidi possibili. Anche questa mattina il segretario del Carroccio si è mostrato quanto meno attendista, tiepido, nell'accertamento delle responsabilità sulla morte di Alexei Navalny. “Difficilmente riesco a sapere quello che succede in tempo reale in Italia. Se la moglie dice che è stato avvelenato ci saranno elementi, immagino uscirà qualcosa. Come posso giudicare cosa succede dall'altra parte del mondo? C'è un morto, bisogna fare assolutamente chiarezza, la fanno i medici e i giudici", ha detto.

 Come giudica queste dichiarazioni? “Dico solo che Salvini è senza vergogna. Spero che mi quereli, perché con l'ufficio studi di Azione stiamo preparando un ricco report in cui dimostreremo tutti i legami tra i finanziatori di Salvini e la Russia. Un'analisi azienda per azienda”, dice Calenda al Foglio.

Eppure, forse, il punto è che gli stessi imbarazzi del vicepremier ce li hanno i suoi alleati a livello europeo, da Marine Le Pen a Afd. “Ma su quelli possiamo fare poco. Non stanno in Italia”, aggiunge il leader di Azione. “Più che altro a me interessa chiedere a Meloni e Tajani di mettere agli angoli i filoputiniani all'interno del governo. Di chiedere che, sulla vicenda dell'accordo, il loro alleato Salvini faccia la massima chiarezza e nei tempi più rapidi possibili”. Anche perché, sottolinea ancora il senatore centrista, “alla premier abbiamo sempre riconosciuto una linea chiara nel collocamento internazionale dell'Italia. Nel sostegno all'Ucraina. Se vuole essere considerata come una leader conservatrice moderna, e quindi non più legata ai suoi trascorsi anti europei, deve marginalizzare queste voci e queste ambiguità”.

Calenda è stato l'ideatore e animatore della piazza del Campidoglio, dove ieri (quasi) tutta la politica s'è ritrovata a esprimere un'unità quasi insperata nei confronti della società libera e della democrazia. Come si fa a dare continuità a un appuntamento del genere? “Io il 24 febbraio sarò in Ucraina. Giornate come quella di ieri ci devono servire a tenere alta l'attenzione. Ripeto, il grande rischio che corriamo è quello di infiltrazioni da parte di potenze imperialiste come la Russia. Non ce lo possiamo permettere. E non dobbiamo smettere di dirlo con forza”.

(Intervista a cura di L. Roberto)