Zelensky a Sanremo può essere un boomerang

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28/01/2023

L’intervista di Carlo Calenda a Repubblica

Carlo Calenda, perché è contrario alla presenza di Zelensky a Sanremo?

<<Temo che si rivelerà un boomerang>>.

Non è un’occasione unica per comunicare con un pubblico più ampio?

<<Sì, sì, questo è il pro. Ma per lanciare un messaggio il contesto conta. E qui non so come verrebbe preso un suo intervento infilato tra uno sketch e una canzone>>.

Zelensky è andato a Venezia, a Cannes, perché non potrebbe andare anche a Sanremo?

<<Perché quegli interventi lì non sono andati benissimo. È stato criticato>>.

Ma almeno hanno tenuta viva l’attenzione.

<<Da noi il solo annuncio della sua presenza ha riacceso il fuoco alle polveri dei tanti sostenitori di Putin del nostro Paese>>.

Giuseppe Conte l’ha criticato come lei.

<<Conte usa il disagio provocato dalla guerra per prendere voti>>.

Auspica un’azione diplomatica.

<<Con chi? Con Putin? Che la respinge>>.

La diplomazia le sembra velleitaria?

<<Conte non risponde mai sul come, risponde sempre “voglio bene alla mamma, voglio la pace nel mondo”, un po’ come miss Universo che vuole la pace nel mondo quando vince. Ecco, Conte fa la stessa cosa>>.

Si trova in compagnia di Salvini.

<<Salvini è un alleato di Putin, che Meloni per fortuna tiene a bada, ma non appena si apre uno spiraglio lui s’infila e attacca l’Ucraina>>.

Perché Zelensky ha accettato l’invito?

<<Vuole che l’opinione pubblica non si addormenti sulla guerra in Ucraina. Lo capisco>>.

E allora, perché negarglielo>

<<Guardi, nemmeno io ho la verità in tasca, solo molti dubbi>>.

Quali?

<<Un’operazione così stride con quello che io ho visto in Ucraina: l’idea che tra una canzone e l’altra si possano vedere i bombardamenti, o parlare dei morti che soffrono il freddo, mi sembrerebbe francamente fuori contesto>>.

Lei è stato in Ucraina.

<<E lì ho capito che c’è una determinazione feroce degli ucraini a non finire più sotto il giogo russo. Tutti hanno ben viva la tragedia dell’Holdomor, la carestia che fu provocata da Stalin negli anni Trenta>>.

Non è un episodio un po’ lontano?

<<No, no. Sono quattro milioni di morti che pesano sulla coscienza collettiva. Un genocidio.>>

Cosa temono gli ucraini?

<<Un nuovo attacco di Putin, che ha avuto tempo di addestrare le reclute. Non tarderà.>>

La sua paura è legata al fatto che ormai buona parte degli italiani è ostile al sostengo a Kiev?

<<L’opinione pubblica è in bilico>>.

Non è in qualche modo comprensibile?

<<Questa aggressione di Putin ha molte analogie con l’occupazione tedesca della Cecoslovacchia. È un’aggressione di portata più ampia, che può dilagare, e che quindi ci riguarda da vicino>>.

Ma la gente valuta col metro dei rincari, dell’incertezza.

<<Ma noi dobbiamo guardarlo col metro della storia. L’Ucraina sta combattendo pure per noi>>.

Intanto, lei si trova accomunato a Conte e Salvini.

<<C’è una differenza: io l’Ucraina la sostengo senza se e senza ma>>.

(Intervista a cura di Concetto Vecchio)