Sulla violenza di genere si agisca con urgenza

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02/09/2023

L’intervista di Mara Carfagna a La Stampa

Sugli abusi di Caivano Mara Carfagna, oggi presidente di Azione, ragiona con lo sguardo duplice di chi ha guidato tanto il ministero delle Pari opportunità quanto quello per il Sud. Offre la collaborazione del suo partito al governo, ma sulla violenza di genere rilancia: «Bisogna agire subito, per decreto. Lo hanno fatto su tutto: perché su stupri e femminicidi no? Non le sembra urgente?»

Come valuta la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Caivano senza confrontarsi davvero con gli abitanti né con i giornalisti?

«Non tocca a me commentare lo stile di comunicazione della premier. Penso abbia però fatto bene a dimostrare la presenza dello Stato un territorio cosi martoriato, anche se mi spiace si sia persa l'opportunità di fare il punto sugli interventi per Caivano programmati e finanziati dal precedente governo su mio input, a cominciare dalla video-sorveglianza del Comune su cui abbiamo impegnato oltre un milione di euro o dall'assunzione di otto assistenti sociali. Ma ho presentato un'interrogazione su questo».

Palermo, Caivano e tanti altri casi meno noti. Qual è il filo rosso?

«La visione della donna come oggetto, preda, proprietà del più forte».

Colpisce anche la giovane età dei protagonisti. C'è una questione generazionale?

«C'è una questione culturale. L'educazione alla sopraffazione che arriva molto spesso dalla Rete, la scarsa efficacia dell'azione educativa della scuola e talvolta l'assenza delle famiglie. Occorre un'alleanza forte tra società e istituzioni per affrontare ciascuna di queste emergenze».

Che cosa pensa della frase del compagno di Giorgia Meloni, il giornalista Andrea Giambruno, "se eviti di ubriacarti e perdere i sensi, poi magari il lupo lo eviti"?

«Ho ascoltato la dichiarazione e la replica del giorno dopo. Credo alla seconda versione. Non posso credere che chi ha un ruolo pubblico possa puntare l'indice sulla vittima anziché sui responsabili di un atto così orribile».

La premier avrebbe dovuto prendere le distanze?

«Giambruno ha chiarito il senso di quella frase, non credo fosse necessario altro».

La ministra Roccella ritiene che uno dei problemi alla base delle violenze sessuali sia l'accesso precoce a contenuti pornografici. Pensa sia utile intervenire su quest'aspetto?

«Tutto è utile, noi di Azione abbiamo presentato un dal su modello francese per limitare l'accesso dei minori ai social e quindi anche a piattaforme per adulti. Mi piacerebbe un governo che anche su questo agisse subito, per decreto. Lo hanno fatto su tutto, dai rave, al Ponte sullo Stretto: perché su stupri e femminicidi no? Non gli sembra urgente?».

La Lega è tornata su un antico cavallo di battaglia: la castrazione chimica. È una possibilità?

«La castrazione chimica è come il blocco navale: uno slogan per fare la faccia feroce. Impossibile, inapplicabile».

Sarebbe in ogni caso volontaria. Può essere una strada per "curarsi"?

«Chi stupra non è un malato. Non curiamo i rapinatori o gli assassini: li fermiamo prima che agiscano, li arrestiamo dopo e li teniamo in carcere».

Nel ddl femminicidi potrebbero rientrare anche norme sugli stupri?

«Vedremo. Spero che entrino investimenti seri per la formazione dei giudici: abbiamo visto una serie di sentenze-choc, tipo quella sulla "palpatina breve" che offendono le vittime e tutte le donne».

Molti ministri ieri erano a Caivano. Il governo ha un'attenzione sufficiente al Sud?

«Da mesi chiedo conferma del principale "paletto" del Pnrr fissato dal precedente governo: la riserva del 40 per cento delle risorse al Sud in ogni singolo capitolo del Pia-no. L'avevamo indicato, su mio input, per avviare il percorso di recupero delle diseguaglianze. La mancanza di risposte chiare mi dice che no, questo governo non ha abbastanza attenzione per il Sud. E ci sono centinaia di interventi finanziati da Draghi di cui non viene seguita l'attuazione. È prevalsa, credo, la visione di chi lo considera una causa persa».

(Intervista a cura di S. Riformato)