C’è un limite costituzionale ai mezzi di ricerca della prova

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14/09/2023

L’intervista di Enrico Costa a Repubblica

“Il Trojan in bagno e sotto le lenzuola non combatte la criminalità, viola la Costituzione, e soddisfa solo la sete di gossip”. 

Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione, non demorde e deposita alla Camera i suoi emendamenti anti Trojan. Lei è il nemico numero uno della microspia Trojan. Perché?

“La Costituzione tutela la privacy che può essere sacrificata solo per gravi ragioni di indagine. Un conto sono le intercettazioni telefoniche, un conto le cimici piazzate in un ufficio o in casi specifici in un salotto o in una cucina, altro è un occhio e un orecchio che ti seguono in bagno o in camera da letto, cioè nell’intimità della vita familiare”.

Scusi, ma lei non vuole lottare contro i delinquenti?

“Davvero lei pensa che li si combatte attraverso il Trojan inoculato in un telefono appoggiato sul comodino che raccoglie ogni dettaglio o che ti segue in bagno con tutto quello che ciò comporta?”.

Le risulta che siano mai uscite intercettazioni del genere?

“Molte volte per inquadrare il contesto vengono fatti passare come rilevanti particolari inerenti la vita privata? E questo è inammissibile”.

Lei vuole un Trojan azzoppato che non può fare neppure i video…

“La legge parla di conversazioni da captare, e nulla di più, non di immagini. Purtroppo molto spesso non viene rispettata”.

E che succede se, grazie alle sue esclusioni, l’indagato ne approfitta e parla propria dal bagno e dalla stanza da letto?

“Numero uno: col Trojan possono essere intercettate anche persone non indagate. Numero due: il mio emendamento prevede che queste limitazioni non operino se si ritiene che in casa si stia commettendo il reato”.

Quindi lei ipotizza un uso del Trojan a singhiozzo?

“Questo è possibile. Già oggi la legge prevede che si possano dare indicazioni anche sui tempi e sui luoghi, quindi la mia richiesta non è certo una novità. Tenga conto che il Trojan è uno strumento molto più invasivo delle classiche intercettazioni telefoniche. È in grado di filmare con la webcam, di captare conversazioni, di leggere ogni dato archiviato nel cellulare, rubrica, sms, whatsapp, appunti, visualizzare fotografie, funzionare da gps, e perfino modificare o assorbire i file contenuti nel cellulare”.

E allora? Ma lei da che parte sta, con i criminali o con la gente per bene? Per quale ragioni tutto questo non dovrebbe essere possibile davanti a una ipotesi di grave reato?

“I forcaioli considerano amici dei criminali coloro che chiedono il rispetto delle garanzia. I mezzi di ricerca della prova devono rispettare i limiti costituzionali, perché l’intimità della vita privata non può essere sacrificata indiscriminatamente, ma solo con regole ben precise. Voi vorreste intercettare quello che avviene sotto le lenzuola e poi poterlo pubblicare perché è un diritto di cronaca, ma a tutto c’è un limite”.

Cosa c’entra la nostra libertà di stampa? Giusto lunedì il procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo ha ribadito che considera del tutto inadeguati gli strumenti tecnologici rispetto ai potenti e modernissimi mezzi dei criminali.

“Lo Stato spende 213 milioni di euro l’anno per le intercettazioni. Soldi finalizzati alla ricerca della prova dei reati, non certo per spiare le persone dal buco della serratura e far finire i risultati sui giornali. E Melillo, che stimo, credo la pensi come me”.

Dopo la riforma Orlando delle intercettazioni i gossip restano negli armadi blindati, quelle intercettazioni non sono neppure trascritte… la sua è solo propaganda da supergarantista.

“Capisco la difesa ad oltranza della sua categoria, ma oggi le ordinanze di custodia cautelare, zeppe di intercettazioni anche private e privatissime, usate dai pm col pretesto di inquadrare il contesto, vengono pubblicate alla lettera proprio grazie alla legge Orlando. Spero che Nordio, come ho chiesto, vieti di pubblicare le ordinanze perché lo impone la presunzione d’innocenza”.

Tra lei e Forza Italia state cercando di demolire le intercettazioni per decreto legge, con la voglia di anticipare le misure di Nordio e renderle ancora più drastiche. Ma il Quirinale giudicherà costituzionale questa manovra?

“Gli emendamenti riguardano il disegno di legge di conversione di un decreto del governo. I suoi dubbi semmai li riservi a questo decreto che il Quirinale ha firmato con tanto di norma transitoria che legittima il via libera ad applicalo anche alle intercettazioni già fatte”.

(Intervista a cura di L. Milella disponibile qui)