Sul salario minimo che testo presenterà la maggioranza?
L'intervista a Il Tempo di Matteo Richetti
“Questa è la vittoria del riformismo di Carlo Calenda in una vicenda che non si è ancora conclusa. Si sta delineando già per la prossima settimana un incontro con Giorgia Meloni, con il salario minimo che entra così nell’agenda politica del governo”. E’ soddisfatto il capogruppo di Azione-Italia viva alla Camera, Matteo Richetti, in merito alla richiesta di sospensiva di 60 giorni, depositata dalla maggioranza, dell’esame nell’Aula di Montecitorio della proposta di legge delle opposizioni, tranne Iv, sul salario minimo.
Onorevole Richetti, quali sono le condizioni perché il confronto con l’esecutivo possa continuare?
“Voglio essere molto chiaro: se al primo incontro Meloni ci dice di essere molto interessata al tema, ma che non si va oltre i 7-8 euro l’ora, allora mi alzo e vado via. Se, invece, il presidente del Consiglio propone una legge complessiva sulla rappresentanza, che elimini tutta la contrattazione pirata e i sindacati autonomi, allora quello è un lavoro che non so se possono essere sufficienti i 20 giorni di settembre che si sono presi di tempo. Le opposizioni partivano da cinque testi di legge e sono arrivate ad uno solo, di grandissimo equilibrio, che io rivendico con forza. La maggioranza, con quale proposta arriva? Quella di Forza Italia, e di Antonio Tajani, è una proposta unitaria del centrodestra?”.
Intanto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, osserva che la vostra proposta di legge sul salario minimo la pagheranno i contribuenti…
“Voglio solo ricordare che qualche anno fa, con un’inflazione allo zero per cento, con salari che non venivano divorati da un’inflazione a doppia cifra, l’allora segretario del Pd, Renzi, fece una proposta identica alla nostra. Renzi, che io conosco piuttosto bene, esattamente come Nanni Moretti, si è chiesto se si vedeva di più se c’era anche lui in questa partita o se ne era escluso. Dal governo alle opposizioni, la questione del salario minimo c’è, ed era presente anche nel nostro programma elettorale: e non siamo andati ad elezioni Politiche dieci anni fa”.
Altro tema in primo piano la delega fiscale, su cui Azione-Iv ha votato a favore alla Camera.
“Abbiamo approvato la delega fiscale perché riprende l’impianto della delega fiscale di Mario Draghi. Siamo riusciti, poi, a fare un lavoro sui fringe benefit, sulla detassazione della produttività. Renzi dice che con questa delega fiscale Meloni e Salvini mettono le mani nelle tasche degli italiani? Rispondo che in questa delega fiscale noi abbiamo portato a casa due risultati: non c’è, infatti, sostanzialmente traccia della flat tax né di sanatorie”.
Lei è particolarmente critico sulla gestione del fenomeno migratorio da parte del governo.
“Nessuno parla più degli sbarchi, di quante persone stiano arrivando, complice il bel tempo. Io penso che il fenomeno della immigrazione clandestina, della tratta degli esseri umani debba essere contrastato, ma che non si stia facendo nulla per gestire i processi di integrazione”.
Come si svilupperanno i rapporti tra Azione ed Italia viva anche in vista delle prossime elezioni Europee?
“Da capogruppo a Montecitorio, dico che tra di noi c’è un lavoro parlamentare efficace. Il punto, molto semplice, è che si è interrotto il percorso di unificazione dei due partiti. Non mi scandalizzerei se la competizione elettorale proporzionale europea fosse affrontata anche dalle singole liste. Questa, comunque, è una stagione in cui i riformisti, se sanno guardare al futuro, possono svolgere un ruolo fondamentale”.
(Intervista a cura di P. La Rosa)