Coordinare le opposizioni sulle riforme costituzionali è un valore

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13/02/2024

L’intervista di Ettore Rosato a Il Dubbio

Per Ettore Rosato, vicesegretario di Azione dopo l'addio a Iv, «continuare a parlare di un'alleanza» alle Europee con Iv e Azione «è solo tempo perso» perché «se volevamo fare cose diverse dovevamo farle prima che Iv rompesse i gruppi».

Onorevole Rosato, Iv e PiùEuropa spingono per una lista comune alle Europee, Azione si è tirata fuori: perché?

Senza nessuna animosità, ci sono strade diverse che come accade in politica non sono conciliabili. Rispettabile il percorso di Iv, che sta stringendo le sue alleanze, ma noi abbiamo un'altra strada. Il punto del non ritorno della rottura è stata la rottura dei gruppi parlamentari da parte di Iv. Era chiaro che da quel momento le strade si sarebbero divise anche per le Europee. Gli elettori non capirebbero nulla di diverso. E ci addebiterebbero un accordo al ribasso solo finalizzato alla campagna elettorale che è la prima cosa che non possiamo permetterci.

Convinti di superare la soglia di sbarramento?

Penso che sia una soglia alla nostra portata e avremo un risultato anche più ampio di quanto necessario. Poi penso che continuare a parlare di un'alleanza che non si farà è solo tempo perso. Se volevamo fare cose diverse dovevamo farle prima che Iv rompesse i gruppi.

Si candida alle Europee?

No, non mi candido. Dal momento che lavoro sulle liste, sarebbe incompatibile anche candidarsi. E poi è bene che le candidature siano di coloro che non siedono già nelle istituzioni.

Da qualche tempo lei siede anche nella dirigenza di Azione: come è il clima?

Un clima di grande collaborazione, direi con rapporti molto amicali nel gruppo dirigente.

A proposito di collaborazione: le opposizioni sembrano non voler collaborare su una proposta sta alternativa al premierato: che ne pensa?

Penso che non si possa essere contrari senza avere la capacità di fare una proposta alternativa. Noi diciamo No a un premierato che non funziona e che è un'idea abbastanza strampalata e cucinata ad hoc per l'Italia. Diciamo sì a lavorare insieme sulle riforme e proponiamo di farlo a partire dal modello tedesco. Che ha garantito stabilità in quel paese dalla fine della seconda guerra mondiale e che non mette in discussione pluralismo e governabilità.

La norma antiribaltone è stata modificata, non basta?

Mi chiedo come si faccia a presentare con tanto clamore una proposta di quattro piccoli articoli di riforma alla Costituzione, e poi riscriverli tutti prima ancora di cominciare a discuterli. Questo secondo premier è una formula sconosciuta. Si faccia la sfiducia costruttiva, misura sperimentata a livello internazionale ed efficace.

Anche il premio di maggioranza è stato modificato e già si parla di legge elettorale: si arriverà a una riforma condivisa?

Il premio del 55% era un altro errore. Non si scrivono queste cose in Costituzione. Dopodiché la legge elettorale deve essere omogenea al modello istituzionale che si prevede in Costituzione. Bisognerebbe però puntare un po' in alto e come prima cosa si dovrebbe togliere il bicameralismo paritario, che blocca il sistema e rende le nostre istituzioni più fragili. 

Pd e M5S sono su una linea di netta chiusura: troverete una convergenza per un modello alternativo?

Penso che coordinare le opposizioni sia sempre un valore, sempre che ci sia volontà di costruire e non semplicemente di contrastare. Per noi questo vale ancora di più sulle riforme costituzionali. Dove comunque conserviamo l'ambizione di provare, con il dialogo, un'intesa anche con la maggioranza.

Intesa che c'è sulla giustizia, visto il vostro ok all'abolizione dell'abuso d'ufficio: sosterrete la maggioranza anche sulla separazione delle carriere?

Su questi temi vedo una certa timidezza da parte del ministro Nordio. Noi ci siamo, ma per andare fino in fondo nel fare le cose, non soltanto per discuterne. Abbiamo dichiarato di essere a favore della separazione delle carriere: vogliamo una giustizia più efficiente e più veloce, più giusta e più trasparente. Del resto, il nostro approccio, da sempre, e quello di votare a favore delle cose che condividiamo e di opporci a quelle che riteniamo sbagliate. A prescindere da chi le propone.

(Intervista a cura di G. Puletti)