La nostra posizione sul riarmo e la difesa europea

La situazione attuale
► I paesi europei investono complessivamente circa 350 miliardi di euro nella difesa, ma la distribuzione di queste risorse risulta inefficace. L’Europa ha trascurato alcune capacità strategiche, confidando eccessivamente sull’ombrello statunitense. In nazioni come l’Italia, una quota sproporzionata della spesa è destinata al personale, a scapito di investimenti in equipaggiamento, munizioni e tecnologie avanzate.
► La difesa aerea e antimissile rappresenta un punto critico per l’Europa, che necessita di un approccio coordinato e multinazionale. Attualmente, molti paesi – tra cui l’Italia – dedicano gran parte del budget militare al personale, lasciando scoperti settori chiave come munizionamento e sistemi di intercettazione, esponendosi a rischi operativi in caso di attacco.
► L’assenza di un esercito europeo integrato comporta una frammentazione delle capacità militari, che dipendono interamente dai singoli stati. L’Unione Europea e la NATO si affidano a risorse nazionali eterogenee, con equipaggiamenti, procedure e standard di addestramento non uniformi. Questa mancanza di standardizzazione ostacola l’interoperabilità tra le forze armate e rallenta la capacità di risposta comune.
► L’Unione Europea fatica a rispondere con tempestività alle crisi militari a causa dei vincoli imposti dall’unanimità nelle decisioni. I veti dei singoli stati limitano l’efficacia operativa dell’UE, impedendo la formulazione di risposte rapide e coordinate in situazioni di emergenza.
► La difesa europea è vincolata dalle condizioni poste dagli Stati Uniti, che impediscono la duplicazione delle strutture di comando della NATO. L’accordo Berlin Plus prevede che, in operazioni UE prive di interesse diretto per la NATO, quest’ultima metta a disposizione la propria catena di comando, ma con il comando operativo affidato a un generale americano, limitando così l’autonomia strategica dell’Europa.
La nostra proposta
✔ Rivedere la spesa militare
Ottimizzare gli investimenti riducendo la quota destinata al personale e aumentando quelli in munizioni, sistemi di difesa e tecnologie avanzate. In particolare modo, priorità alla difesa aerea e antimissile per colmare le attuali lacune operative.
✔ Creare una catena di comando e controllo europea
Istituire una struttura di comando e controllo parallela alla NATO, da attivare in caso di blocco da parte degli Stati Uniti, valutando il modello “framework nation – lead nation” per garantire il coordinamento militare indipendente.
✔ Creare un nucleo di avanguardia
Costituire un gruppo di Paesi fondatori (Francia, Germania, Italia) per accelerare l’integrazione nella difesa europea, superando l’unanimità nelle decisioni UE attraverso il meccanismo delle maggioranze qualificate.
✔ Strategie complementari per la difesa europea
Costruire un esercito forte e ben equipaggiato per garantire un deterrente efficace contro eventuali aggressioni, assicurando stabilità e sicurezza.
Schierare forze di garanzia in scenari di conflitto, come in Ucraina, per far rispettare gli accordi di cessate il fuoco e prevenire escalation, operando con un mandato chiaro e regole d’ingaggio efficaci.
Valorizzare le riserve militari attraverso richiami periodici e programmi di addestramento per i volontari congedati, ispirandosi al modello finlandese, che consente la mobilitazione rapida di un elevato numero di riservisti.
Promuovere la cooperazione tra Paesi volontari, incoraggiando la condivisione di risorse e mezzi per rafforzare la difesa europea e favorire un’integrazione operativa basata su modelli già esistenti in altri ambiti sovranazionali.