L’Abruzzo e i venti che cambiano (continuamente)
Il risultato di D’Amico e il risultato di Azione.
Le elezioni abruzzesi dimostrano in primo luogo quanto sia sbagliato parlare di “vento che cambia” a livello nazionale per un’elezione vinta in Sardegna per 1.600 voti, grazie al voto disgiunto nel centro destra. Purtroppo sappiamo che questa è una tentazione irresistibile per politici e media.
Tralascio ogni commento relativo ai fantomatici campi larghi che non esistevano prima e non sarebbero esistiti neppure nel caso di una vittoria in Abruzzo.
Ogni elezione regionale fa storia a sé ed è influenzata da dinamiche locali. Provo a sintetizzare cosa ci racconta l’esito dell’Abruzzo.
L’affluenza bassa delle regionali – vicina ad un elettore su due – premia il voto organizzato. Il voto di opinione continua a rimanere ai margini di questo tipo di elezione. Ne abbiamo una prova anche guardando i dati di Azione. Dove abbiamo un parlamentare presente sul territorio, Giulio Sottanelli, prendiamo il 7% (Teramo), dove non abbiamo parlamentari o consiglieri regionali prendiamo il 3%.
La qualità del candidato, anche per le ragioni di cui al punto precedente, conta relativamente. Marsilio ha messo in atto vergognose politiche clientelari, dai quattrocentomila euro dati ad ogni Consigliere Regionale per foraggiare associazioni, agli otto milioni spesi per ospitare il Napoli calcio con tanto di pullman provenienti da Napoli per il voto in Abruzzo. Queste politiche hanno funzionato, nonostante la sanità a pezzi e le infrastrutture intermittenti che appaiono o scompaiono con i cicli elettorali.
A Luciano D’Amico va il nostro ringraziamento per aver fatto una battaglia appassionata e seria. Speriamo di poter lavorare insieme nel consiglio regionale e non solo.
La scelta di non andare con un candidato terzo ma di sostenerne uno civico e di qualità, nell’ambito dei due schieramenti, ha premiato Azione. Il risultato del 4%, pur in assenza di Consiglieri regionali e in presenza di liste civiche molto forti che hanno sottratto voti a tutti i partiti, è ottimo.
Si conferma il fatto che siamo l’unico partito dell’area liberale ad esistere sui territori e ad avere una prospettiva di crescita.
Adesso pensiamo alle europee. Una sfida a noi congeniale perché proporzionale e incentrata sul voto di opinione.
Avanti dunque. La strada è lunga e difficile ma anche avvincente per chi vuole una politica seria e competente animata da un forte spirito repubblicano.