La legge di Bilancio 2023 presentata dal governo Meloni è una manovra “lacunosa” e una “grande presa in giro” che rischia di tradursi in un aumento della pressione fiscale. Le uniche misure concrete riguardano l’energia, in continuità con il precedente governo Draghi, ma per il resto manca una visione strategica per il Paese.

Come Azione, abbiamo evidenziato che, nella manovra da 35 miliardi, mancano coperture certe per 11 miliardi, con il rischio che vengano compensati da nuove tasse indirette. Un copione già visto in passato: si promettono tagli fiscali, ma alla fine a pagare sono sempre i cittadini.

Mancano completamente gli investimenti industriali nella legge di Bilancio, e proprio per questo, tra le altre misure, abbiamo proposto l’introduzione di un “tetto mobile” al prezzo del gas per affrontare la crisi energetica. Una soluzione che avrebbe potuto proteggere famiglie e imprese dalla volatilità del mercato, come già adottato in altri Paesi europei.

La nostra “contromanovra” che abbiamo presentato prevede più investimenti, maggiore welfare e meno spese superflue senza extra-deficit.

Come Azione, abbiamo offerto collaborazione per migliorare la manovra, perché la politica deve proporre soluzioni, non solo opporsi. Per questo, abbiamo richiesto un incontro con Giorgia Meloni, convinti che il dialogo aiuti a evitare errori e che un confronto costruttivo sia nell’interesse del Paese.