O si vince o si impara
La Lezione del voto in Sardegna.
Le elezioni in Sardegna non hanno, come tutte le elezioni regionali, una valenza nazionale. Le dichiarazioni su “il vento è cambiato”, come quelle fatte da Elly Schlein oggi e Virginia Raggi nel 2016, sono inutili e controproducenti.
Aggiungo che il PD ha regalato ai 5S una passerella inutile e dannosa. Se Schlein avesse accolto l’invito di Soru alle primarie di coalizione, oggi la vittoria sarebbe più larga e Conte non dilagherebbe in tutte le TV descrivendosi come l’unico che riesce a battere Meloni. Ma questi sono problemi del PD, noi dobbiamo imparare dai nostri errori.
Meloni ha perso per l’arroganza di aver candidato tale “Trux”, detestato Sindaco di Cagliari, noi abbiamo perso perché abbiamo continuato ad inseguire la possibilità di candidature terze alle regionali. Non credo che la Meloni imparerà da questa lezione, noi dobbiamo invece farlo.
Le elezioni regionali sono impossibili con un candidato terzo per due ragioni: la prima è che il sistema a turno secco è il più bipolare tra tutti i sistemi elettorali; la seconda è che i voti di partito vengono sparsi nelle liste civiche penalizzando il voto ad Azione, con un rilevante danno d’immagine. Abbiamo sostenuto candidati terzi in sei elezioni regionali – dall’1,2% di Scalfarotto all’8,6% di Soru – con un enorme dispendio di energie e soldi, è il momento di fermarsi.
Da oggi in poi valuteremo le condizioni per fare alleanze sulla base della qualità del candidato e del programma.
In Abruzzo è candidato un bravissimo ex rettore dell’università di Teramo, non iscritto ad alcun partito e che ha risanato la fatiscente società regionale dei trasporti. Una persona che, per intenderci, avrei candidato volentieri alle politiche o alle europee. Lo sosteniamo con grande convinzione anche con una coalizione larga che va da Italia Viva ai 5S. E a questo proposito lasciatemi dire che Conte e Renzi che negano entrambi la loro alleanza alle regionali abruzzesi, sulla base del fatto che la lista si chiama Abruzzo vivo e non Italia Viva, sono ridicoli e anche un po’ patetici.
Azione governa in Calabria con Occhiuto e in Emilia-Romagna con Bonaccini. La ragione è semplice: sono entrambi europeisti, democratici, liberali e capaci. Non ci piacciono tutti i loro compagni di strada, ma la ricerca della purezza assoluta non è una categoria della politica ma della metafisica.
La nostra posizione non muta di una virgola invece per ciò che concerne il cosiddetto “Campo largo”: non lo abbiamo fatto quando non c’era la guerra in Ucraina e tanto meno lo faremo oggi. Le parole di Conte riguardo al fatto che Zelensky potrebbe fare la pace se non si vestisse in divisa sono ributtanti. Suggerirei a Giuseppe Conte di recarsi a Kiev con la sua pochette e di imparare cos’è il coraggio e la difesa della libertà.
Questo è quanto. Nelson Mandela diceva “io non perdo mai, o vinco o imparo”. Cerchiamo di seguire il suo esempio.