Per far ripartire la scuola non basta il vaccino
Scalfi: "Servono test e screening sui mezzi pubblici per non affrontare un altro anno di DAD".
"A un mese e mezzo dall'inizio delle lezioni solo il 12% degli studenti over 12 ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino, appena il 17% è in attesa della seconda dose. A macchia di leopardo la situazione relativa alla percentuale di vaccinati tra docenti e personale scolastico".
"L'obbligo di vaccinazione non solo è necessario e, in primis, è necessario che parta dal personale scolastico - coloro che corrono i rischi maggiori - ma se per sviluppare gli anticorpi come dicono gli esperti ci vogliono almeno due settimane la decisione deve essere presa entro fine luglio, altrimenti si rischia di vanificare lo sforzo di tutti coloro che responsabilmente hanno scelto di vaccinarsi.
"Inoltre a fronte del forte rischio che non basti e che non si arrivi a una vaccinazione completa della popolazione scolastica prima dell’inizio di una terza ondata, servono impianti di ventilazione e postazioni per controlli e test salivari in ogni istituto, strumenti di screening sui mezzi di trasporto, protocolli di sicurezza chiari ed efficaci per permettere a Dirigenti e personale scolastico di adeguarsi in fretta ai cambiamenti di livello dei contagi. Lo Stato può e deve arrivare prima del Covid19 nelle nostre scuole ma proprio per questo non può basare la propria strategia solo su un piano vaccinale che, nonostante la recente accelerata indotta dall'annuncio di obbligo di Geren Pass, sta comunque procedendo a rilento rispetto al virus".
"Dobbiamo lavorare su interventi immediati che rendano gli istituti luoghi sicuri e in grado di reggere l'urto di un nemico che ormai purtroppo conosciamo. Quanto più veloce e incisiva sarà l'azione del governo in questa direzione, tante più speranze avremo di non dover riaffrontare un anno di didattica a distanza con gli stessi rischi per il percorso umano e di studio di milioni di giovani".
Laura Scalfi, responsabile scuola.