Riforma Csm chiusa, ora i partiti non cerchino pretesti
Costa: "Innocui i distinguo di Lega e Iv. M5S e Pd stiano sereni".
La ministra Cartabia porterà a casa la riforma del Csm? "Spero che non spuntino sabotatori dell'ultim'ora". Iv e Lega si stanno smarcando? "L'accordo è chiuso, innocui distinguo non vanno drammatizzati". Oggi si comincia a votare in commissione, ma Pd e M5S sono in allarme. "Pensino ai contenuti e non cerchino pretesti per litigare". Enrico Costa, vicesegretario di Azione, è l'incubo delle toghe.
La dipingono come il cattivo della giustizia.
"Da quando in qua proporre e far approvare norme di civiltà giuridica e di rispetto della Costituzione diventa una cattiveria?".
Perché è proprio lei che ha inventato e fatto passare le regole più insidiose di questa riforma.
"Forse lo sono per le correnti che in futuro perderanno gran parte del loro potere".
Lei si definisce un liberale, come suo padre Raffaele. Non sarà invece che è molto più a destra?
"Io sono rispettoso dei diritti del cittadino e voglio che lo Stato non scarichi su di noi le sue inefficienze. E voglio che a prevalere siano i magistrati più bravi e non i più organici alle correnti".
I giudici dicono che le sue trovate sulla giustizia sono molto peggio di quelle di Lega e Forza Italia.
"Forse perché colgono nel segno".
Il fascicolo delle performance è opera sua e l'Anm lo bolla come come una schedatura.
"Ho scritto l'emendamento, poi riformulato dal governo, di mio pugno perché oggi mancano gli elementi per valutare chi è più bravo e chi lo è meno. Oggi il 99% dei giudici ha un giudizio positivo. O sono tutti geni o c'è qualcosa che non funziona".
Non sarà invece che lei, da avvocato, è pregiudizialmente contro di loro?
"Tutt'altro. Sono convinto che nell'appiattimento generale a sguazzare siano le correnti. Se gli arresti di un magistrato si traducono sempre in assoluzioni, se le inchieste fanno flop, se le sentenze vengono ribaltate nei gradi successivi, questo è un fatto da analizzare".
L'Anm dice proprio questo, la toga penserà alla carriera e non alla giustizia.
"E io mi chiedo perché un giovane magistrato, bravo e con buoni risultati sul lavoro, si senta rappresentato da un'associazione che tutela l’appiattimento professionale".
E dove mette l'illecito disciplinare contro il pm che, secondo lei, non deposita tutte le prove?
"E lei, a uno che arresta un innocente, vorrebbe anche dare un premio? In 30 anni abbiamo avuto 30mila ingiuste detenzioni, e cioè almeno 100mila innocenti in galera. Non le vengono i brividi?".
Se un pm dovesse temere di perdere un processo, questa sarebbe la fine della giustizia.
"Però quel pm deve evitare di sbattere l'indagato in prima pagina come fosse colpevole ancor prima del processo".
Per questo lei si è inventato prima la legge sulla presunzione d'innocenza e poi pure l’illecito disciplinare per chi la viola. Così muore l’informazione giudiziaria.
"Ma vive lo stato di diritto. Il marketing giudiziario illiberale, arbitrario e incivile perché trasferisce come oro colato le tesi dell'accusa prima che l’interessato possa difendersi".
Un solo passaggio da pm a giudice e viceversa. Di fatto è già la separazione delle carriere.
"Non è così. Carriere del tutto divise vuol dire avere un giudice che non veste la stessa casacca dell'accusa. Oggi portano la stessa e per questo il giusto processo è scritto solo in Costituzione".
L'intervista di Enrico Costa, responsabile Giustizia e vicesegretario, a La Repubblica.