Stellantis: oggi con i metalmeccanici, ora Elkann in Parlamento

Dopo una lunga battaglia condotta da Azione, che ha visto tutte le opposizioni unite, siamo riusciti ad ottenere che Carlos Tavares, l’Amministratore delegato di Stellantis, riferisse in Parlamento l’11 ottobre scorso.

Un’audizione che si è trasformata in un’inaccettabile “lezioncina” sul settore dell’automotive. Durante le sue risposte ho ritenuto doveroso intervenire per spiegare che il tempo delle loro prese in giro è finito e che Stellantis non riceverà un euro di incentivo senza la presentazione di un piano industriale vincolante su produzioni e livelli occupazionali. Se te lo sei perso, trovi QUI il mio intervento durante l’audizione.

Oggi, invece, ero in piazza con i metalmeccanici in occasione dello sciopero indetto dai sindacati del settore dell’automotive. La crisi di questo comparto non riguarda soltanto i lavoratori di Stellantis ma decine di migliaia di uomini e donne che giustamente reclamano chiarezza sul loro futuro occupazionale.

È dalla vendita di Magneti Marelli che denunciamo il fatto che Elkann ha avuto milioni di euro per pagarsi un dividendo e ha raccontato balle agli operai, facendosi garante del mantenimento dei posti di lavoro e delle produzioni. L’esatto contrario di quello che poi è accaduto.

Per questo è molto importante essere uniti, opposizioni e sindacati, insieme. Azione, con le altre opposizioni, ha presentato al governo un piano industriale molto dettagliato per il settore automotive (che trovi QUI) con soluzioni sulle quali chiediamo ufficialmente un dialogo aperto con il governo.

Meloni lo abbiamo detto in maniera inequivocabile: è doveroso adottare un piano che non riguardi soltanto Stellantis, ma che tuteli tutte le imprese dell’indotto, circa 2200, che impiegano 220mila persone. È indispensabile convocare a Palazzo Chigi il presidente di Stellantis, Jhon Elkann, prima che sia troppo tardi.

Su questa crisi industriale, il governo dovrebbe mettere da parte le logiche di schieramento e lavorare con l’opposizione. L’operato dell’esecutivo, in particolar modo del ministro Urso, è deludente e inefficace di fronte alla drammaticità della situazione. 

Azione lotta ormai da cinque anni, di sicuro non ci fermeremo proprio adesso. Ma occorre unità.

Proprio per questa ragione, sarebbe stato bello oggi vedere qualche esponente della maggioranza. Anche questa volta non c’erano, peccato.

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