Un romanzo chiamato Governo
"Il Governo vive dentro il romanzo che lui stesso sta raccontando agli italiani. Qualcuno, per convenienza o perché non è stato toccato direttamente dalla crisi scatenata dalla pandemia, sta al gioco del romanzo e fa finta di crederci; ma, come in tutti i racconti, prima o poi arriverà l'ultima pagina. E allora anche i governanti dovranno tirare fuori la verità".
Diretto come una pallottola e firmato Alberto Baban, imprenditore veneto, ex presidente nazionale della Piccola industria di Confindustria.
Baban, il neo presidente degli industriali italiani, Carlo Bonomi, è intervenuto sugli Stati Generali convocati dal premier Conte andando giù piatto: «Dal governo mi sarei aspettato un piano dettagliato, non lo ha fatto». Cosa aggiunge?
"Aggiungo che si rinnovano gli annunci e le promesse ma, quando si tratta di passare alla fase pratica, alle cose concrete, la distanza tra le parole e i fatti è siderale. Assicurano che c’è la cassa integrazione per i dipendenti e la gente sta a ancora aspettando i soldi; garantiscono liquidità alle imprese in difficoltà ma i fondi non arrivano. È un governo che si autocelebra con questi Stati Generali, come se volesse dare una rappresentazione edulcorata della realtà. Ma i dati sono chiari, e la distonia tra il racconto e i fatti è lampante".
Meglio correre a prendere i denari del Mes, che l’Europa ci mette a disposizione?
"È incredibile, questi ancora si permettono di discutere se prenderli o no quando, alla fine dei conti, i soldi dell’Europa saranno l’unico, vero intervento a sostegno del Paese e della sua economia. E invece al governo continuano a prendere tempo, ogni volta c’è un rimando".
Lei ha parlato di cassa integrazione: non va bene che l’abbiano prorogata per altre quattro settimane?
"Sì, ma avete visto con quali modalità? Al solito, c’è una tale complessità nell’erogazione che alla fine saranno le imprese a dover fare supplenza, anticipando le somme. Esattamente come è accaduto fino a oggi".
Capitolo liquidità alle imprese: le responsabilità sono tutte del governo oppure c’è stata anche una resistenza del sistema bancario?
"Anche qui: il governo era partito con degli annunci completamente sballati. Il risultato vero è che le operazioni di erogazione del credito con garanzia prestata da Sace per conto dello Stato, nei numeri sono ridicole, è una modalità di finanziamento che avrà funzionato per qualche grossa impresa, non certo per la grande platea delle aziende italiane".
Qual è lo scenario che ci si presenta di fronte?
"Quando le previsioni economiche indicano che il Prodotto interno lordo diminuirà del 10%, significa che rischiamo di non avere più i soldi sufficienti per mantenere gli attuali livelli di welfare. Allora anche la parte iper-garantita del Paese, quella che in questi mesi ha continuato a ricevere regolarmente lo stipendio, si accorgerà del romanzo che è stato loro raccontato. E non mi vengano a dire che per questo ci saranno i soldi del Recovery Fund: quelli te li danno per fare investimenti, non per pagare le pensioni o gli stipendi dei dipendenti pubblici".
Quando arriveremo all’epilogo del romanzo?
"Come dicevo, oggi c’è ancora chi sta al gioco del racconto univoco e distorto del governo e chi, come noi imprenditori o i nostri dipendenti, è più vicino alla vita reale e alza la voce per farsi sentire. Ma, alla fine, la gente sta man mano scoprendo il gioco, spesso perché si è trovata a pagarne le conseguenze sulla propria pelle. Prima o poi, la verità dovrà venire a galla".
Corriere del Veneto - Alessandro Zuin